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Sophya Menu'

La Genesi

La genesi di questo disco merita secondo me di essere raccontata, perché è stata veramente molto particolare. Ero in vacanza con mio marito, e Massimo e Laura della Black Widow, nell'estate del 2010. Pigro pomeriggio sul bordo di un fantastico laghetto termale coperto, riempito con le acque del Mar Morto, e pieno di piante esotiche e profumate. Grandi pareti di vetro, panorama mozzafiato sulle colline emiliane..
Si parlava di Aradìa, il mio precedente album che era uscito l'anno prima, e di prossimi eventuali progetti. Io scherzando dissi a Massimo: "se tu mi facessi diventare una rock star, io avrei una casa con un laghetto come questo, e voi sareste perennemente invitati". Massimo sorridendo rispose: "tu dammi l'idea che potrebbe funzionare, io la realizzerò, e tu avrai il tuo laghetto".
Io sorrisi a mia volta, e presi dalla borsa il classico libro che ci si porta in vacanza per leggerlo in leggerezza, s'intitolava "Napoli segreta". Aprendolo a una pagina qualsiasi dissi "Lasciamo decidere al caso".
Il libro si aprì sull'inizio di un capitolo, che cominciava con questa citazione:

"Ancora adesso vivono
in una solitaria valle,
e non temono l'ululare dei lupi
né il ruggito del leone"
William Blake, da "La Bambina ritrovata"

Lo feci vedere a Massimo, e ci scambiammo uno sguardo lunghissimo senza dire una parola. Non sorridevamo più.. Presi il telefono, e cominciai a cercare in rete qualche notizia più precisa su William Blake, che ovviamente tutti e due conoscevamo già. La sua vita era un romanzo. Le sue poesie ti facevano volare. I suoi disegni ti aprivano centinai di varchi per mondi segreti. Le sue invenzioni erano a dir poco geniali. Come lasciar cadere questa cosa, e come prendersi la responsabilità di raccoglierla? Annaspando in cerca di un appiglio, dissi che un'opera sulla sua storia sarebbe stata troppo pesante. Massimo disse: "sarebbe meglio concentrarsi sui quadri". Io risposi: "potrei sceglierne alcuni, e per ognuno scrivere un brano". Massimo rilanciò: "potremmo invitare degli ospiti". Io dissi: "potrei affiancare al mio chitarrista una band tutta al femminile, che è sempre stato un mio sogno". Massimo disse: "continua a cercare..." e io mi imbattei nella foto della sua tomba.
Riposa a Bunhill Fileds, a Londra, insieme con l'amatissima moglie Catherine Sophia. Feci vedere la foto a Massimo, e a questo punto ci arrendemmo senza riserve.
Tutta la musica contenuta in questo disco, tutta la formidabile galleria di ospiti che mi hanno fatto l'onore di partecipare a questo progetto, e la mia nuova band Sophya Baccini's Aradia, sono nati e sono arrivati perché in un tranquillo pomeriggio di fine agosto io ho aperto a caso la pagina di un libro a caso, ed insieme con Massimo ho lasciato fare il resto all'immaginazione.

Tematica

Il disco è un lavoro dedicato a William Blake. Lui è stato un grande genio della cultura inglese, poeta, pittore, inventore. Un genio multiforme, una specie di Leonardo da Vinci di fine 1700. Ma la cosa più importante è che lui è praticamente un'icona della musica rock, un caposaldo del rock pensiero, l'ideologo di questa musica. Dalla sua famosa frase

"If the doors of perception were cleansed, every thing would appear to man as it is, infinite"

i Doors hanno preso il nome, Aldous Huxley ha scritto un saggio "The doors of perception" che è una pietra miliare della cosiddetta Beat Generation, movimento cominciato negli anni 50 e culminato neln 69 con Woodstock, e tuttora vivo. E' uno dei più grandi poeti di ogni tempo, dalla sua poesia Jerusalem, musicata nel 900 da Sir Parry, è stato tratto un inno che è l'inno nazionale alternativo inglese. Lo hanno eseguito anche al matrimonio di William e Kate, per intenderci.
Il personaggio di W.Blake è molto amato dal mondo rock e continuamente citato, sia nei testi che nei disegni, ma curiosamente non esiste un disco a lui dedicato.
Io mi sono concentrata sui suoi lavori pittorici, ne ho scelti 11 tra quadri, disegni ed illustrazioni (ha illustrato tra le altre cose La Divina Commedia di Dante ed il Paradiso Perduto di Milton)e per ognuno ho scritto un pezzo.
Sono in tutto 13 brani, 11 dedicati ai quadri, 1 strumentale dedicato a lui (infatti si intitola William) e l'ultimo che chiude l'album è un arrangiamento di Jerusalem.

Il titolo dell'album, ispirato ovviamente ad uno dei suoi quadri, è BIG RED DRAGON. Sottotitolo: William Blake's Visions. BIG RED DRAGON è anche il titolo del 12mo brano, cantato in coppia con Aurelio Fierro Jr.



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